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I LED UV-C per una sanificazione sicura di superfici, aria e acqua

La sanificazione di superfici, aria e acqua è un’attività diventata all’ordine del giorno negli ultimi mesi e che coinvolge settori differenti. Questo trend è confermato anche dai dati delle richieste di interventi, aumentate del 500% nella sola Italia.

Ma cosa significa, davvero, sanificare aria e superfici? Quali sono i sistemi più utilizzati? E, soprattutto, come può la tecnologia UV LED aiutarci ad ottimizzare l’attività di sanificazione?

Differenza tra sanificazione e disinfezione

Igienizzare, disinfettare, sanificare: capita spesso di utilizzare queste parole come sinonimi. In realtà, ciascuna di queste attività è regolamentata in modo specifico dalla normativa italiana. Si tratta pertanto di operazioni molto diverse fra loro.

L’igienizzazione consiste nella pulizia di oggetti e superfici con sostanze igienizzanti (di solito ipoclorito di sodio, noto anche come candeggina), in grado di rimuovere o ridurre gli agenti patogeni. Ma attenzione: i prodotti igienizzanti non sono disinfettanti. Infatti, le sostanze di norma impiegate per igienizzare non sono autorizzate dal Ministero della Salute come presidi medico chirurgici. 

È infatti la disinfezione il processo che elimina selettivamente i germi attraverso l’utilizzo di disinfettanti, siano essi chimici, fisici (ad esempio il calore) o meccanici (l’impiego di filtri). Disinfettare permette quindi di rimuovere in modo selettivo i microrganismi da una superficie, agendo soprattutto su quelli patogeni. Il tutto con strumenti e prodotti specifici, che si differenziano in:

  • Sporicidi (disinfettanti di alto livello);
  • Micobattericidici (disinfettanti di medio livello);
  • Fungicidi (disinfettanti di basso livello).

Sanificare è invece l’attività che porta sia l’igienizzazione sia la disinfezione a uno step successivo. La sanificazione delle superfici consente infatti di ridurre la carica microbica fino a un determinato livello di sicurezza. Questo non vuol dire necessariamente eliminare tutti i microrganismi: sanificare significa piuttosto diminuire la loro quantità attraverso l’inattivazione, l’allontanamento o la diluizione della contaminazione microbica patogena.

In particolare, la sanificazione permette di:

  • Abbattere batteri, virus, muffe, funghi;
  • Diminuire gli inquinanti chimici/biologici;
  • Eliminare gli allergeni;
  • Ridurre le particelle fini;
  • Eliminare i cattivi odori.

Non solo: la sanificazione di un ambiente, secondo le indicazioni del Ministero della Salute, è un “complesso di procedimenti e operazioni di pulizia e disinfezione che comprende anche la purificazione dell’aria ”. Sanificare, quindi, comprende le fasi di pulizia, igienizzazione e/o disinfezione, che devono porre le basi per un miglioramento delle condizioni ambientali a livello di superfici e di microclima, inclusa l’aria e la ventilazione.

Disinfezione e sanificazione si differenziano a loro volta dalla sterilizzazione, procedimento che non solo elimina qualsiasi microrganismo, ma che ricrea un ambiente in cui risulta difficile la sopravvivenza di virus, batteri e funghi. Una vera e propria distruzione irreversibile di qualsiasi forma di vita microbica, ottenuta attraverso l’azione anche combinata di calore, radiazioni e agenti chimici sterilizzanti.

Dalla sanificazione delle superfici alla sanificazione di aria e acqua

Soprattutto nei luoghi chiusi come casa, uffici, locali e negozi, entriamo continuamente in contatto con le superfici. Proprio queste rappresentano un veicolo di trasmissione per diversi agenti patogeni. Allo stesso modo, l’aria che respiriamo risulta spesso contaminata a nostra insaputa, a causa degli impianti di aerazione non correttamente puliti.

Perché è importante la sanificazione delle superfici

Lo scopo della sanificazione di superfici e flussi d’aria è proprio quello di riportare la carica microbica e/o virale entro degli standard igienici ottimali. Tuttavia, la sua efficacia non dura per sempre.

Una sanificazione sporadica, effettuata in modo straordinario, non garantisce a lungo il mantenimento di luoghi salubri e privi di rischi di contaminazione. Bisognerebbe invece prevedere interventi di pulizia e igienizzazione frequenti, specie sulle superfici di più frequente contatto. E questo non solo per tutelare la salute delle persone, ma anche per rispettare le normative di legge.

Non solo contatto: l’importanza di un sanificatore di acqua e aria

Anche il trattamento dei flussi con un sanificatore aria deve essere costante e programmato sia per l’inverno sia per l’estate. I vantaggi si ripercuotono non solo sull’ambiente, ma anche su chi lo vive o ci lavora. Lavorare in un ufficio o in una struttura con aria e superfici sanificate migliora la qualità delle attività, riduce le probabilità di contrarre malattie e, di conseguenza, apporta benefici anche per l’impresa. Insomma: è sempre un buon momento per una sanificazione completa!

La sanificazione non si limita però a trattare solo aria e superfici: anche sanificare l’acqua e gli impianti è molto importante. Questo processo si realizza di solito tramite una pulizia accurata e l’impiego di disinfettanti fisici o chimici che agiscono sugli inquinanti organici, i quali forniscono sostanze nutrienti ai microrganismi. Privandoli di questo nutrimento, gli agenti potenzialmente patogeni si riducono drasticamente, migliorando la qualità dell’acqua potabile e rendendo gli impianti di fornitura più sicuri.

I limiti dei metodi tradizionali di sanificazione delle superfici

Sia nel caso di specifici trattamenti di sanificazione dell’ambiente, sia per i sanificatori di acqua e aria, l’attività deve essere affidata a professionisti seri e affidabili, per essere sicuri che tutto venga svolto a regola d’arte.

Un altro aspetto problematico, e molto sentito soprattutto ora che la sensibilità green è così diffusa, è l’utilizzo di detergenti aggressivi. Questi, oltre a essere dannosi per la salute umana, lo sono anche per l’ambiente.

Per fortuna, negli ultimi tempi si è affacciata la possibilità di utilizzare una tecnologia particolare per garantire la sanificazione di superfici, acqua e aria: ed è qui che entrano in gioco i Moduli e le  Lampade a LED UV.

Come i Led UV-c sanificano le superfici

Per ovviare ai limiti dei sistemi tradizionali di disinfezione e sanificazione, di recente ci si sta confrontando con un nuovo tipo di tecnologia.

Già da tempo è stato infatti scoperto che le radiazioni UV emesse dal Sole, se ben dosate in intensità e lunghezze d’onda, possono trovare impiego in molteplici applicazioni della nostra vita quotidiana. In particolare, se applicata alle lampade a LED, la luce ultravioletta risulta efficace nel ridurre la quantità di batteri, spore, muffe, funghi, la virulenza di organismi nocivi e la presenza di agenti patogeni, oltre che contribuire alla scomposizione dei composti organici volatili (VOC) responsabili dei cattivi odori.

Il team di Ricerca & Sviluppo di C-LED da anni studia e approfondisce la tecnologia a led UV per applicazioni industriali, civili, medicali e, in particolare, per la sanificazione di ambienti, di superfici e persino di aria e acqua. Da questi studi sono nati gli innovativi MODULI E LAMPADE CON LED UV-C.

Come funziona la tecnologia delle lampade UV Led

Lampade LED da un lato, luce ultravioletta dall’altro: è la particolare combinazione delle diverse proprietà del LED e dei raggi UV il focus della nuova tecnologia in grado di riscrivere i metodi di sanificazione. Ma andiamo con ordine.

La luce ultravioletta fa parte dello spettro luminoso e ha una lunghezza d’onda immediatamente inferiore alla luce visibile dall’occhio umano e di poco superiore a quella dei raggi X. Questo fa sì che i raggi UV abbiano un’elevata energia e un effetto ionizzante dal notevole impatto biologico. È proprio questa caratteristica che, se ben dosata in tempo e potenza, permette di distruggere il DNA o RNA di microrganismi come batteri e virus. In particolare, viene impiegata la luce ultravioletta del tipo UV-C, che opera nell’ambito della lunghezza d’onda tra 270 e 280 nanometri.

Questa tecnologia è stata in realtà già sfruttata in passato. Ma, oggi, è resa ancora più efficace grazie alla tecnologia LED, che sostituisce le lampade tradizionali a mercurio. La domanda sorge quindi spontanea: come si applica il potere dei raggi UV alle lampade LED?

Il segreto è la pellicola di nitruro di gallio e alluminio (AIGaN) alla base della tecnologia utilizzata dal LED: questa è in grado di emettere la lunghezza d’onda UV e di formare una lega semiconduttrice grazie all’impiego di un substrato di carburo di silicio.

Il risultato è una lampada con luce UV-C che, impiegata nelle lunghezze d’onda più corte, riesce a danneggiare batteri e virus, lasciandoli incapaci di svolgere alcune funzioni cellulari vitali.

I campi di applicazione dei LED UV-C

Grazie alla loro capacità di inibire batteri e virus, le lampade ed i moduli LED UV-C possono essere utilizzate, tra le varie applicazioni, anche per la sanificazione delle superfici che, come abbiamo visto, costituiscono un veicolo di trasmissione per gli agenti patogeni. E tutto senza impiegare le sostanze chimiche potenzialmente dannose per l’uomo e per l’ambiente.

In generale, questa innovazione tecnologia permette di:

  • Conservare correttamente frutta e verdura in frigorifero
  • Igienizzare le linee produttive alimentari
  • Conservare le condizioni salubri di materiali e superfici
  • Abbattere le cariche microbiche
  • Eliminare i cattivi odori derivati dai VOC
  • Migliorare le condizioni di vita all’interno di spazi chiusi

Possiamo dire che i nuovi Moduli e lampade LED UV-C rappresentano un vero di investimento per garantire l’efficienza e l’efficacia delle operazioni di sanificazione delle superfici e la purificazione di aria e acqua. Un’attività che, oggi più che mai, è diventata sinonimo di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e nella vita di tutti i giorni.

C–LED è l’azienda del Gruppo Cefla che progetta e realizza applicazioni nei settori dell’illuminazione industriale, del visual merchandising, dell’interior design, dell’illuminazione pubblica e del growing.