“La luce influenza enormemente la sintesi di alcune molecole”

Dott. Mattia Accorsi, Senior Light Biologist in C-LED

Prima di arrivare all’accettazione comune di determinati standard, ciascun settore industriale deve affrontare un processo di formazione volto a consolidare il proprio status di area di mercato redditizia. Tuttavia, il settore della cannabis sembrava godere di uno status speciale. Non appena i vari paesi hanno iniziato a regolarne l’uso, l’entusiasmo è stato talmente travolgente da portare un considerevole numero di persone a credere che si sarebbe immediatamente arrivati a una standardizzazione. La verità, però, è che serve tempo per poter delineare delle linee guida definitive. Questo discorso è particolarmente adatto alla questione cannabis, poiché il fatto che in passato questa pianta fosse illegale ha impedito a scienziati e ricercatori di studiarla in modo adeguato. Ed è proprio questa una delle cose più importanti per Mattia Accorsi. “In qualità di ricercatore universitario, devo standardizzare,” dice. “Devo trovare un protocollo di gestione che mi permetta di ottenere ottimi risultati.”

Una ricerca approfondita

Mattia è particolarmente attivo nella ricerca sull’uso della luce LED nel campo dell’orticoltura e di recente si sta specializzando sulla cannabis. “C’è molta confusione,” sottolinea. “Non solo per quanto riguarda lo stato attuale delle ricerche sulla cannabis, ma anche in relazione ai sistemi di illuminazione a LED. Il fatto è che le luci LED sono altamente personalizzabili e, per ottenere un buon prodotto, serve davvero molto tempo. Lo scorso anno abbiamo completato tutti i nostri progetti di ricerca per cui, ad oggi, possiamo considerarci dei veri e propri solution provider per i nostri clienti. Grazie alla nostra esperienza pregressa in campo agronomico, siamo in grado di supportare i nostri partner su vari aspetti attinenti a settori diversi come il vertical farming dello zafferano e così via.”

Mattia continua spiegando che sono dovuti trascorrere 3 anni prima che lui e C-LED fossero abbastanza soddisfatti dei risultati ottenuti nelle attività di Ricerca e Sviluppo. “Abbiamo studiato ogni singola variabile: il tempo di fioritura, le varie tipologie di irrigazione e svariati nutrienti, provando abbinamenti con diversi spettri LED. Alla fine, siamo riusciti a ottenere una lampada particolarmente efficiente, ovvero i nuovi corpi illuminanti a led a spettro completo da 300W e 600W: la serie COMBO.”

Contestualizzazione del sistema di illuminazione

Nel progettare la nuova lampada LED, C-LED ha prestato la massima attenzione a ogni singolo dettaglio, perché non è solo la luce a far crescere una pianta. Più precisamente, ciò che conta è come la luce si contestualizza in un sistema complesso. “Per esempio, abbiamo notato che alcuni spettri di luce LED favoriscono l’assorbimento dei nutrienti,” spiega Mattia. Ecco perché bisogna tenere in considerazione non solo la luce, ma anche tutto ciò che la circonda.

Secondo Mattia, la cannabis è una pianta estremamente complessa. “È incredibile il modo in cui reagisce anche alle più piccole variazioni,” sottolinea. “Questi cambiamenti possono anche essere indotti dalla luce stessa, che influenza enormemente la sintesi di alcune molecole. Il fatto è che la luce è in grado di indurre uno stato di stress nella pianta e, in linea generale, la luce aziona la biosintesi, ovvero la produzione dei metaboliti primari e secondari.”

È proprio per questo che secondo Mattia, Senior Biologist di C-LED, in base al contesto in cui viene utilizzato un LED specifico, l’intero spettro potrebbe non essere necessario. “A mio parere, chi lavora in una serra non ha necessariamente bisogno dell’intero spettro,” dice. “Ad esempio, non servono frequenze molto elevate di verde e giallo, ne bastano piccole percentuali. In sostanza si può fare tutto con il rosso e il blu: il blu favorisce la traspirazione, l’habitus, mentre il rosso serve a massimizzare la crescita della biomassa.” Al tempo stesso, se parliamo di coltivazione indoor, le cose cambiano leggermente. “Credo sia veramente affascinante come l’intero spettro permetta di gestire ogni singolo aspetto della pianta, così da poter massimizzare questo o quel cannabinoide o terpene.”

In definitiva, l’impatto che i prodotti di C-LED hanno avuto sulla cannabis e sul settore dell’orticultura in generale è certamente immenso. “Credo che i LED abbiano rivoluzionato i metodi di coltivazione. Le varie funzioni che il LED riesce a svolgere rispetto all’HPS, per esempio, hanno in qualche modo cambiato le regole del gioco,” sottolinea Mattia. “Da un certo punto di vista, questo è uno dei motivi per cui alcuni coltivatori sono ancora riluttanti ad adottare i LED. Possiamo offrire il nostro supporto ai coltivatori, collaborare con loro, usare l’ampio spettro bianco di C-LED per garantire loro un’ottima crescita delle piante.”

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C–LED è l’azienda del Gruppo Cefla che progetta e realizza applicazioni nei settori dell’illuminazione industriale, del visual merchandising, dell’interior design, dell’illuminazione pubblica e del growing.