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agricoltura 4.0

Agricoltura 4.0 – Tra tecnologia e natura

Una produzione agricola più efficiente e sostenibile dal punto di vista ambientale, più sicura, salutare e di qualità.

Sono questi i paradigmi dell’Agricoltura 4.0, quell’insieme di soluzioni che coniugano le strategie tradizionali della filiera agroalimentare alle innovazioni tecnologiche digitali.

Un vero business che sta per rivoluzionare la filiera del Made in Italy, e che anzi ha già iniziato a farlo, come dimostra il +270% del valore dell’Agricoltura 4.0 sul mercato registrato dall’ultima ricerca dell’Osservatorio AgriFood del Politecnico di Milano insieme al Laboratorio RISE (Research &Innovation for Smart Enterprises).

Cos’è l’Agricoltura 4.0?

Per dare una definizione di Agricoltura 4.0 dobbiamo partire dall’agricoltura di precisione, l’ambito che per primo ha impiegato la raccolta e l’analisi dei dati per programmare interventi mirati in campo agricolo.

L’Agricoltura 4.0 aggiunge uno step, perché introduce nella filiera agroalimentare altre innovazioni e tecnologie più moderne (IoT, data analytics, Artificial Intelligence, blockchain) con lo scopo preciso di rendere più efficienti e sostenibili le coltivazioni, nonché di migliorare le condizioni di lavoro e la qualità dei prodotti.

Per capire meglio l’impatto tangibile che le nuove tecnologie possono avere sulla produzione agricola possiamo citare l’automazione, impiegata per il riconoscimento e la raccolta di prodotti senza danneggiarli; oppure ancora l’AI, che permette di affinare le scelte di climatizzazione, illuminazione, impiego di fitofarmaci etc.

In altre parole, possiamo dire che l’Agricoltura 4.0 riunisce tutte le attività di Precision Farming e Internet of Farming. Nel primo caso, si fa riferimento all’automatizzazione delle lavorazioni compiute attraverso attrezzature agricole 4.0: macchine che, ad esempio, possono mappare i terreni di coltura per intervenire con operazioni di aratura, concimazione, irrigazione e disinfestazione, esattamente dove serve.

D’altra parte, l’Internet of Farming lavora sulla raccolta e l’interconnessione dei dati (ad esempio quelli sulle caratteristiche del terreno, raccolti da macchinari o droni, incrociati a loro volta con i dati provenienti dai satelliti meteo) per avere a disposizione un’analisi completa per studiare interventi migliorativi in termini di efficienza ed efficacia delle colture.

Il settore agricolo 4.0 è trainato in particolare dell’introduzione di attrezzature agricole di ultima generazione per il campo aperto, anche se negli ultimi anni si è acceso l’interesse anche per i nuovi trend delle coltivazioni fuori suolo come l’indoor e il vertical farming: due ambiti di applicazione dello smart farming in cui le tecnologie giocano un ruolo fondamentale, se non addirittura prioritario.
Nel complesso, tutti questi nuovi approcci permettono di far evolvere l’agricoltura tradizionale in un nuova agricoltura digitale. E digitale vuol dire tracciabile, scalabile, prevedibile, sostenibile.

Quali sono i vantaggi dell’Agricoltura 4.0?

L’Agricoltura 4.0 si applica a svariati processi e porta a numerosi vantaggi.

L’agricoltura digitale permette ad esempio di calcolare il fabbisogno delle colture, di prevedere l’insorgenza di malattie o la presenza di parassiti, o ancora di monitorare l’intero processo di produzione e distribuzione.
Tutte attività che, a partire dalla raccolta di dati, permettono di intervenire con attività puntuali, aprendo la strada a un nuovo modo di organizzare il lavoro, che diventa “naturalmente” più efficiente.

Conoscendo il fabbisogno idrico di una coltura, ad esempio, si possono ridurre i consumi di acqua, permettendo di utilizzare solo quella necessaria alla produzione, senza sprechi. I risultati si vedono in termini economici e ambientali. E, del resto, gli operatori del settore agrifood si approcciano alla nuova agricoltura digitale proprio per controllare i costi di produzione e aumentare la produttività grazie all’acquisizione, all’elaborazione e all’interpretazione dei dati relativi alle coltivazioni.
In generale, grazie all’Agricoltura 4.0 si calcola un risparmio sulla produzione attorno al 30%, bilanciato da un aumento del 20% della produttività.

La tracciabilità aiuta poi a ridurre i rischi, e fornisce trasparenza sull’origine e sui metodi di trasformazione, rispondendo alle necessità di un mercato sempre più attento ai temi come filiera corta, impatto ambientale, benessere animale e sostenibilità.

Cappello a parte per la sostenibilità delle colture fuori suolo, che aggiungono alla classica narrazione sull’impatto ambientale un capitolo ulteriore: quello della possibile riqualificazione urbana grazie all’impiego di zone industriali ed edifici dismessi per il vertical farming.

Ma a godere dei vantaggi delle nuove attrezzature agricole 4.0 è anche la qualità della produzione del settore agrifood. C’è infatti chi sostiene che i prodotti derivanti da una filiera corta e ad alto tasso tecnologico abbiano maggiori proprietà nutritive, dovute principalmente alla ridotta presenza di residui chimici, che si possono ridurre proprio grazie a un controllo più efficace delle colture.

Sei interessato alle nostre soluzioni per l’Agricoltura 4.0?

Se sì, non esitare a contattarci, cliccando qui.

Lampada UV-C
Aprile 26, 2021 /  
Lampada UV-C

Lampada UV-C: un’arma da sfoderare contro batteri e virus

La lampada UV-C, chiamata anche lampada germicida, è un tipo particolare di lampada che produce luce ultravioletta, in grado di svolgere un’azione di sanificazione degli ambienti.

L’irradiazione germicida ultravioletta è un metodo di sterilizzazione che utilizza la luce ultravioletta di breve lunghezza d’onda (ultravioletta UV-C) per uccidere i microrganismi. Distrugge il loro DNA, lasciandoli incapaci di svolgere le funzioni cellulari vitali.

È una tecnica con svariate applicazioni, come la purificazione di cibo, aria e acqua.

La luce UV-C arriva debolmente sulla superficie terrestre, poiché lo strato di ozono dell’atmosfera la blocca.

I dispositivi producono una luce UV-C sufficientemente forte da rendere inospitali gli ambienti in cui proliferano i batteri.

L’applicazione della luce ultravioletta per la sterilizzazione è una pratica in voga sin dalla metà del 20° secolo. È stata utilizzata principalmente in strutture sanitarie mediche e di lavoro sterile. Sempre più spesso viene impiegata per sterilizzare l’acqua potabile e le acque reflue. Negli ultimi anni ha trovato applicazione anche nei depuratori d’aria.

Lampada UV-C: come è nata?

La storia della luce ultravioletta inizia nel 1878, quando Arthur Downes e Thomas P. Blunt pubblicarono un articolo che descriveva la sterilizzazione dei batteri esposti a luce di breve lunghezza d’onda.

Si pensi che il Nobel per la medicina del 1903 fu assegnato a Niels Finsen per l’uso della lampada UV-C, contro la tubercolosi della pelle.

Per quanto riguarda invece la disinfezione dell’acqua potabile, l’utilizzo della luce UV-C risale al 1910 a Marsiglia, in Francia.

Nel 1955, in Austria e Svizzera sono stati applicati sistemi di trattamento dell’acqua con i raggi UV-C, e nel 1985 in Europa si contavano già 100 impianti.

Negli anni 2000 gli impianti di trattamento dell’acqua con i raggi UV-C sono arrivati a circa 6000.

Lampade UV-C: a cosa bisogna fare attenzione?

L’efficacia delle lampade UV-C dipende dalla durata dell’esposizione di un microrganismo agli UV, dall’intensità e dalla lunghezza d’onda della radiazione UV, oltre alla capacità del batterio di resistere alla luce ultravioletta durante l’esposizione.

Polvere e pellicole che potrebbero rivestire la lampada UV-C riducono l’emissione dei raggi UV, dunque richiedono pulizia e una corretta manutenzione.

Lampada UV-C: quali sono i campi di applicazione?

Disinfezione dell’aria: I raggi UV possono essere utilizzati per disinfettare l’aria in caso di esposizione prolungata. Infatti, negli anni ’30 e ’40, un esperimento nelle scuole pubbliche di Philadelphia ha dimostrato che gli apparecchi ultravioletti delle scuole superiori potevano ridurre significativamente la trasmissione del morbillo tra gli studenti.

Disinfezione dell’acqua: La disinfezione ad ultravioletti dell’acqua è un processo puramente fisico, privo di sostanze chimiche. Anche i parassiti come la criptosporidiosi o la giardia, che sono estremamente resistenti ai disinfettanti chimici, vengono efficacemente ridotti.

I raggi UV possono anche essere usati per rimuovere le specie di cloro e clorammina dall’acqua: questo processo è chiamato fotolisi e richiede una dose più elevata rispetto alla normale disinfezione. La disinfezione UV non rimuove le sostanze organiche disciolte, i composti inorganici o le particelle nell’acqua.

Il più grande impianto di disinfezione dell’acqua al mondo tratta l’acqua potabile per la città di New York. L’impianto di disinfezione a raggi ultravioletti dell’acqua di Catskill-Delaware, entrato in funzione l’8 ottobre 2013, incorpora un totale di 56 reattori UV ad alta efficienza energetica che trattano fino a 2,2 miliardi di galloni americani (8.300.000 m3) al giorno.

Trattamento delle acque reflue: La lampada UV-C nel trattamento delle acque di scarico sta sostituendo la clorazione, che produce infatti sostanze tossiche. Il trattamento delle acque di scarico urbane su larga scala è utilizzato nella città di Edmonton, in Alberta.

Acquari e stagni: Dispositivi per sterilizzare con l’ultravioletto sono spesso usati in acquari e stagni per controllare la presenza di indesiderati microorganismi nell’acqua. La sterilizzazione continua dell’acqua, neutralizza alghe unicellulari aumentando, così, la trasparenza dell’acqua. L’irradiazione UV assicura inoltre che gli agenti patogeni esposti non possano riprodursi, diminuendo la probabilità di un’epidemia in un acquario.

Laboratori: L’uso della lampada UV-C è frequente anche nei laboratori, in cui i raggi all’ultravioletto vengono utilizzati per disinfettare le attrezzature. Il personale del laboratorio disinfetta in questo modo anche gli oggetti in vetro o in plastica.

C-LED: la tecnologia UV-C al servizio delle imprese

C-LED è l’azienda di Cefla specializzata nella progettazione e nella produzione di applicazioni elettroniche e soluzioni di illuminazione personalizzate sulle esigenze del cliente.

C-LED si rivolge prevalentemente alle imprese che operano in ambito Growing, Retail, Interior Design, e illuminazione industriale.

L’azienda si occupa anche della realizzazione di sistemi nell’ambito della connettività wireless, sviluppando Sensori di prossimità Beacon programmabili, utilizzabili nel contesto ambientale, per la comunicazione interattiva e per un’efficiente gestione energetica degli ambienti.

Lampada UV-C
Luglio 9, 2020 /  

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